Dal DevOps al Cloud engineer passando per l’AI e la Cybersecurity: ecco 10 mestieri su cui puntare oggi per lavorare domani

Per avere maggiori chance occupazionali negli anni a venire non si può quasi prescindere da una formazione tecnico-scientifica. Ma, dovendo “scommettere” su chi trainerà il mercato del lavoro, quali sono le figure che spiccheranno più di altre? Spoiler: c’è spazio per diplomati e laureati, anche in lettere

Ci sono candidati che possono permettersi loro – e non viceversa – di concludere i colloqui di lavoro con la fatidica frase: “le faremo sapere”. Stiamo parlando di tutti quei professionisti che operano nel mondo dell’information technology. Vanno, infatti, letteralmente a ruba, soprattutto se donne, vista la penuria di candidate che ancora si registra nel nostro Paese.

I mestieri del futuro: la Top10 dell’esperto

Ma quali sono, di preciso, questi mestieri “assegno circolare” immersi nel dominio digitale? Skuola.net ha tracciato una sorta di top ten grazie al supporto di un esperto della materia: Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS, ente no profit che si occupa di connettere persone e aziende attraverso la costruzione di corsi di formazione ad hoc, come quello in Ingegneria Digitale. Si viene così a scoprire che, a dispetto delle apparenze, c’è spazio un po’ per tutti: diplomati e laureati in Lettere compresi.

Sviluppatore Software

È colui che scrive e crea programmi o applicazioni informatiche nelle varie fasi del loro ciclo di vita: progettazione, sviluppo, test, aggiornamento, migrazioni da e verso altri sistemi. Per farlo, maneggia in modo professionale i principali linguaggi di programmazione – come Python, Java, C++ – necessari alla gestione del codice che fa funzionare il software.

Web Developer

L’esplosione del web è stata talmente impetuosa da creare una branca a sé stante di sviluppatori. I “dev” – così amano chiamarsi – si dividono a loro volta in “frontendisti”, “backendisti” e “full-stack”. Cosa vuol dire? Il Front-end Developer si occupa di ciò che l’utente vede, perciò interagisce direttamente sul sito (con layout, colori, pulsanti). Il Back-end Developer, invece, muove la parte “invisibile” del sito, cioè quella del server, dei database e della logica che fa funzionare le pagine web “dietro le quinte”. Infine, il Full-stack Developer è una combinazione dei due ruoli precedenti, in quanto può lavorare sia sulla parte visibile (front-end) che su quella nascosta (back-end).

Ingegnere DevOps

Un “raccordo” tra i team di sviluppo software (dev) e i team di operazioni IT (ops), all’interno delle realtà che producono o gestiscono software, è assolutamente necessario. Ed è proprio questo il compito che svolge l’Ingegnere DevOps, per garantire che la piattaforma venga sviluppata, testata e rilasciata nel modo più rapido e affidabile. Il suo obiettivo è, infatti, quello di rendere i processi più efficienti e automatizzati, riducendo i tempi tra lo sviluppo e il rilascio del software.

Specialista in Cybersecurity

Questo “specialista digitale” si occupa di proteggere i sistemi informatici, le reti e i dati da attacchi o accessi non autorizzati. Uno snodo ormai cruciale per chiunque lavori con il web: istituzioni, grandi aziende, realtà medio-piccole, singole persone. La sua missione è quella di garantire la sicurezza delle informazioni, di prevenire il furto di dati sensibili, di difendere dalle mille minacce ormai in agguato, come virus, hacker e malware.

Data Scientist

L’analisi di grandi quantità di dati, finalizzata all’estrazione di informazioni utili a prendere decisioni strategicamente importanti, è il “pane quotidiano” di un data scientist. Questa figura, infatti, avvalendosi di specifiche tecniche statistiche, di algoritmi e di strumenti di programmazione, è in grado di studiare, modellare e interpretare informazioni, trasformando dei dati grezzi in spunti di conoscenza che possano aiutare le aziende a risolvere problemi complessi o migliorare i processi.

Analista di Big Data

Si muove spesso a braccetto con il data scientist, tanto che le due mansioni potrebbero essere persino svolte dalla stessa persona. Ma c’è una profonda differenza: l’analista di big data si occupa soprattutto di costruire le fondamenta per l’analisi dei dati, raccolti dalle fonti più disparate, preparandoli e rendendoli accessibili. In modo che lo “scientist” o altri decisori possano utilizzarli in ottica di decisioni presenti o proiezioni future basate sui dati.

Ingegnere di Reti

Questa tipologia di ingegnere si occupa di progettare, costruire e gestire le reti informatiche, cioè le infrastrutture che permettono a computer, dispositivi e server di comunicare tra loro. Tali Reti possono essere: locali (LAN), come quelle di uffici o case, o globali (WAN), come Internet. In ogni caso, l’ingegnere di reti garantisce che queste siano sicure, veloci e funzionino correttamente.

Cloud Engineer

Applicazioni web, intelligenza artificiale, big data o “semplici” sistemi di archiviazione ormai risiedono in gran parte sul cloud: piattaforme online di terzi che “noleggiano” spazio di archiviazione e risorse di calcolo virtualmente illimitati, sulla base delle esigenze momento per momento. Il cloud engineer aiuta proprio le aziende (e, di riflesso, gli utenti) a spostare e gestire le loro risorse IT – software, dati e servizi – dai vecchi server fisici di proprietà ai nuovi sistemi in cloud.

UX/UI Designer

Dietro a questo nome “in codice” si cela la persona che si occupa di migliorare un cosa che appartiene a tutti, tutti i giorni: l’esperienza dell’utente (UX) e l’interfaccia utente (UI) di un sito web, di un’applicazione o di un software. L’obiettivo dell’UX/UI Designer è, perciò, quello di fare in modo che l’utente possa interagire facilmente e piacevolmente con il prodotto digitale, assicurandosi che sia intuitivo, visivamente attraente e funzionale.

Specialista in Intelligenza Artificiale

Lo specialista in Intelligenza Artificiale (IA) – probabilmente il più futuribile dei mestieri qui citati – è colui che si occupa di sviluppare e applicare tecnologie che permettono ai computer di “pensare” o “agire” come esseri umani. Per creare sistemi che possano imparare dai dati, prendere decisioni autonome o eseguire compiti complessi che normalmente richiedono l’intelligenza umana. Come il riconoscimento delle immagini, la traduzione automatica, la guida autonoma, i dispositivi sanitari e mille altre possibili applicazioni.

La formazione: non solo ingegneria informatica ma anche…lettere

Terminata la carrellata delle professioni, va però sottolineata una cosa: in ambito tecnologico, quello che si studia la mattina il pomeriggio è già invecchiato. Pertanto, per molte di queste professioni, una laurea è sicuramente un ottimo punto di partenza, dando le basi per adattarsi a vari scenari. Ingegneria Informatica o delle Telecomunicazioni, Informatica, Statistica, Matematica, Fisica sono i corsi su cui puntare prioritariamente.

Anche se, poi, tanti professionisti di questo settore possono benissimo essere diplomati – tecnici, ma non necessariamente – comunque forgiati da anni di esperienza in azienda o da corsi intensivi fatti ad hoc, magari per essere certificati all’uso dei prodotti delle aziende più famose. Per questo, in realtà come ELIS, si associa ad esempio a un corso tradizionale di Ingegneria Informatica – erogato a distanza dal Politecnico di Milano – un percorso fatto di certificazioni e project work con partner aziendali.

Ma, allo stesso tempo, non mancano poi dei twist con gli umanisti. Anche pedagogisti, psicologi, designer, creativi possono inserirsi nella definizione delle interfacce uomo/macchina. Che, per inciso, con l’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più conversazionali: ci sono aziende in cui i prompt engineer, quelli che sussurrano all’intelligenza artificiale, sono addirittura laureati in lettere.