Una scuola più moderna, dagli ambienti ai contenuti. Che sappia superare la logica del voto e della performance e che, soprattutto, ascolti i ragazzi e li prepari alle sfide del mondo di oggi. Sono i risultati de “La scuola che vorrei”, la grande consultazione pubblica lanciata dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e realizzata soprattutto grazie al contribuito degli utenti che ogni giorno visitano Skuola.net
Gli studenti vorrebbero una scuola diversa, dove le aule siano un luogo di scambio e di dialogo, dove si imparino non solo le nozioni ma anche le competenze utili per vivere nel mondo di oggi. La parola d’ordine sembra quindi essere: “rinnovamento”. E’ quanto emerge dagli esiti della consultazione pubblica “La scuola che vorrei”, promossa dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e ospitata dal portale Skuola.net nel mese di ottobre 2021, che ha coinvolto oltre 10mila studenti tra i 14 e i 18 anni.
Si parte dagli spazi scolastici: più di 1 su 3 vorrebbe laboratori per l’apprendimento sul campo (36%), mentre è 1 su 5 a chiedere ambienti organizzati in base alle attività da svolgere (21%). C’è un 42% che crede sia necessario avere o valorizzare spazi extra-scolastici, come ad esempio musei, biblioteche e impianti sportivi. Per raggiungere questo obiettivo, il 94% suggerisce una maggiore collaborazione tra istituti scolastici e territorio, con il 62% che propone che siano resi fruibili spazi sportivi e culturali dalle comunità locali al di fuori dell’orario scolastico. Più della metà dei consultati, il 55%, attiverebbe inoltre collegamenti tra scuole e associazioni o imprese esterne e progetti di alternanza scuola-lavoro, per valorizzare gli studenti nel loro territorio.
Ma il “rinnovamento” della scuola non passa solo dalla riprogettazione di spazi e ambienti. Fondamentale è anche la componente “umana” che, forse, non è ancora pienamente sviluppata nelle nostre scuole. Superare la “lezione frontale”, in cui gli studenti sono tenuti ad ascoltare i docenti, e dove raramente succede il contrario: questo è ciò che chiedono. Perché è ben il 73,7% a considerare molto importante un maggiore dialogo tra docenti e alunni, che includa momenti dedicati all’ascolto e allo scambio di opinioni. Da qui si dovrebbe partire per un costruire un ambiente più collaborativo in classe. Per arrivare a un miglioramento del benessere scolastico generale: è tra le priorità per il 73,3% dei partecipanti alla consultazione.
Il sottile filo rosso del “nuovo”, tanto caro agli studenti, non poteva non passare per i contenuti che vengono affrontati a scuola. Una percentuale davvero alta, l’85,3%, vorrebbe infatti affiancare a un gruppo di insegnamenti comuni alcune materie a scelta, per dare la possibilità agli studenti di confrontarsi con argomenti di reale interesse, al di là di quelli imposti dai programmi scolastici. E a proposito di questi ultimi, l’82,5% sottolinea l’esigenza di semplificarli e di aggiungere discipline innovative, come lo studio delle lingue con docenti madrelingua (56,9%) e l’educazione in ambiente digitale (50,6%).
Per finire, un aspetto che forse più degli altri ha bisogno di un approccio completamente rivoluzionato. Un sistema eccessivamente legato alla “performance”, in cui alla preparazione corrisponde un voto numerico, ormai va sempre più stretto agli studenti. Infatti, per il 36% di loro, nelle valutazioni andrebbe valorizzato il riconoscimento dell’impegno, per il 29% si deve tenere conto anche delle diverse capacità dei ragazzi e per il 21% andrebbero articolati attraverso differenti strumenti, come ad esempio il giudizio più il voto. Non solo: anche il ricorso a promozioni e bocciature andrebbe completamente ristrutturato, facendo queste riferimento a un modello di scuola ormai superato (il 26,4% è abbastanza d’accordo con questa visione, il 31,8% è pienamente d’accordo). E per evitare le bocciature, il 78,3% vorrebbe, di nuovo, più dialogo tra alunni e professori e tra studenti, docenti e genitori.
Non si tratta di utopie, ma di proposte concrete, misurate e attuabili, che manifestano il desiderio di una scuola più moderna e adatta alle esigenze del mondo di oggi. Ma, soprattutto, che mostrano la necessità, da parte degli studenti, di essere ascoltati. “In un momento come questo, nel quale gli studenti stanno chiedendo a gran voce di essere ascoltati sul futuro dell’istruzione, la consultazione ‘La scuola che vorrei’ promossa dall’Agia come azione per realizzare il diritto alla partecipazione dei minorenni assume un valore cruciale”, ha affermato l’Autorità garante Carla Garlatti.
Di qui la scelta, da parte dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, di portare i risultati della consultazione al ministro Bianchi: “Andrò dal Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi per invitarlo a prendere in considerazione queste risposte” – ha affermato il Garante – “Non solo perché l’ascolto di ragazze e ragazzi sulle decisioni che li riguardano è un preciso dovere previsto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sin dal 1989. Ma perché, come ho avuto modo di ricordare con il ‘Manifesto sulla partecipazione’ in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, è giunto il momento che a questo diritto si dia veramente attuazione prendendo in adeguata considerazione le loro richieste e i loro bisogni”.