Una web survey di Skuola.net sottolinea come, per la prima volta, saranno di più gli studenti che resteranno a casa (anche volontariamente) rispetto a quelli che andranno in visita d’istruzione. Si riaccende il dibattito pubblico.
La tradizionale gita scolastica negli ultimi anni sta conoscendo una crisi sempre più profonda. Quello che, un tempo, era uno dei momenti più attesi dagli studenti di ogni età ha perso la sua magia. A riaprire il dibattito sul perché le visite d’istruzione siano in decadenza è stata Skuola.net con il suo tradizionale report annuale sulle gite. Dati che stanno facendo il giro di quotidiani – come La Stampa, che in prima pagina titola ‘“Io non parto” – ma anche di radio e trasmissioni televisive.
Per la prima volta saranno più numerosi gli studenti che rimarranno a casa rispetto a quelli che riusciranno a partire. Il 46% degli alunni deve abbandonare l’idea viaggiare perché il proprio istituto non ha organizzato nulla. Il ‘fattore docenti’ rimane la principale motivazione del fallimento delle gite: i professori si rifiutano di accompagnare le classi (succede in un quarto dei casi).
Ma la novità forse più preoccupante evidenziata della ricerca – effettuata su oltre 7mila ragazzi di scuole medie e superiori – è che non sempre gli studenti sono costretti a non partire per volere della scuola. Circa 1 su 10, infatti, rinuncia alla gita volontariamente. Soprattutto perché non ha voglia di passare il suo tempo libero con i compagni di classe.