Giovani e Media, la TV non è più sola: Zedder e Alpha consumano sempre più streaming video e audio

Per quasi la metà dei giovani la TV tradizionale non rappresenta più una presenza costante quotidiana. Le piattaforme streaming a pagamento sono in netta ascesa, con l’audio che batte il video. Musica e Serie televisive i contenuti più fruiti in streaming, sport e podcast non sfondano. L’indagine di Skuola.net in occasione della Giornata mondiale della televisione

La televisione, il media più influente e utilizzato dalle vecchie generazioni, da quelle nuove è invece spesso adoperato più come contenitore per piattaforme che poco hanno a che fare con la classica impostazione top-down del mezzo televisivo. Infatti, una parte delle Generazioni Zeta e Alpha – circa il 42% – sembra poter tranquillamente fare a meno dei broadcaster tradizionali, sostituendoli con l’offerta on demand, con cui è possibile scegliere cosa vedere e quando. Solo il 23% non ha disponibilità di un accesso alle piattaforme di streaming video a pagamento. A mostrare questa piccola rivoluzione nelle abitudini di intrattenimento è l’indagine “Giovani e Media”, realizzata da Skuola.net in occasione della Giornata Mondiale della Televisione (21 novembre), interpellando 5.000 ragazze e ragazzi tra i 9 e i 24 anni.

Anche coloro che usufruiscono della tradizionale offerta dei palinsesti televisivi – gratis o pagamento – non sono comunque dediti a sessioni profonde per durata o esclusività. Quasi un quinto (19%) la guarda al massimo per un’oretta, circa un quarto (24%) per una-due ore. Soprattutto nelle ore serali, quando magari sono “costretti” dalla famiglia riunita a tavola. La conferma di un’ipotesi del genere arriva dalle modalità con cui si sintonizzano al piccolo schermo, ovvero con scarsa attenzione: appena il 28% afferma di concentrarsi solo su quello che va in onda, il 30% guarda distrattamente mentre fa dell’altro, il 42% contemporaneamente usa i suoi dispositivi mobile (smartphone, tablet, ecc.).  

  

Tutt’altra storia se dall’offline si passa all’online. Le piattaforme, anche se a pagamento, sono decisamente più apprezzate dalle nuove generazioni: oltre 3 ragazzi su 10 affermano di accedervi ogni giorno, a cui va aggiunto un 23% che ritorna almeno 2-3 volte a settimana. Solo il 23% – percentuale che raddoppia tra gli under 12 – dice di non avere nelle proprie disponibilità l’accesso a una piattaforma streaming a pagamento. In più, rispetto alla TV tradizionale, qui aumenta il tempo di visione per sessione: il 40% non va mai al di sotto dell’ora, il 28% arriva anche a tre ore consecutive, il 10% può resistere fino a quattro ore. Infine, c’è da segnalare anche tra i più giovani un discreto ricorso al binge watching, ovvero guardare più episodi dello stesso prodotto: il 5% degli intervistati quando accede a una piattaforma di streaming video di solito supera le 5 ore di streaming.  

Perché tra i programmi preferiti da Gen Zeta e Alpha ci sono, in particolare, quelli che si articolano in più capitoli: quasi 8 su 10 guardano serie televisive (medie e lunghe), circa 7 su 10 attingono anche dal catalogo dei film, 1 su 2 non disdegna neanche le mini-serie (che si chiudono nel giro di pochi episodi), circa 4 su 10 apprezzano pure documentari e docu-film su personaggi famosi. In questo, peraltro, c’è l’unica parziale sovrapposizione tra utilizzo della TV tradizionale e dei servizi online, visto che anche all’interno dei palinsesti preconfezionati si preferiscono serie TV e film, a cui si aggiungono però documentari e approfondimenti sull’attualità. 

Se le abitudini mediali della GenZ e della generazione che la segue, la Alpha, tendono ad essere abbastanza simili, sui gusti c’è qualche differenza: infatti i più piccoli, rispetto ai più grandi, tendono a preferire maggiormente i prodotti di animazione e i film. E nonostante i massicci investimenti in questo senso, lo sport non sfonda: solo il 15% degli intervistati indica gli eventi sportivi tra i contenuti più seguiti sulle piattaforme di streaming video.

Questi gusti si riflettono anche sulle piattaforme di streaming video più amate che, grosso modo, coincidono con quelle che hanno più iscritti in assoluto a livello mondiale. Al primo posto c’è Netflix, che viene utilizzata da 8 utenti di streaming video su 10. Segue Prime Video, scelta da 2 su 3. Terzo gradino del podio per RaiPlay e Disney+, che ne attirano circa 4 su 10. Sotto il 20% piattaforme che per contenuti sono più legate a eventi sportivi, come SkyGo e DAZN.  Così come è abbastanza scontato evidenziare su quali dispositivi vengono guardati prioritariamente i contenuti on demand: solo un terzo abbondante (37%) si connette a una smart TV, tutti gli altri si dividono tra computer (31%), smartphone (18%) e tablet (14%). 

Ma c’è un’altra fonte di intrattenimento che, per le nuove generazioni, è ancora più importante: lo streaming audio. Non c’è partita: ad accedere quotidianamente ad almeno una piattaforma di questo tipo sono ben 2 giovani su 3, e appena il 15% non le utilizza affatto. In una giornata tipo solo un terzo (35%) si limita a un’oretta di ascolto, il 30% si muove tra l’ora e le due ore, il 20% tra le tre e le quattro ore, il 15% può andare a oltranza. Qui, come ampiamente prevedibile, c’è il dominio di Spotify, usata dall’84% degli intervistati. L’unica alternativa di rilievo è YouTube, che però è un ibrido tra audio e video: a utilizzarla come canale musicale è il 31%.  

La musica, inoltre, pare essere un ponte di collegamento tra i nativi digitali e gli adulti. Perché c’è un mezzo che continua a resistere da molte più decadi all’assalto delle nuove tecnologie: è la radio che, pur trasformandosi nel tempo, mantiene il suo fascino anche per i ragazzi di oggi. Oltre 1 su 2, infatti, si sintonizza – in analogico o in digitale – sulle classiche emittenti radiofoniche. Specialmente la mattina presto. E, a conferma di quanto appena detto, la stragrande maggioranza sceglie stazioni che trasmettono solo musica (65%) o al massimo che fanno infotainment (15%). 

Come stupirsi, quindi, che, tornando a osservare il loro “comportamento” sulle piattaforme di streaming audio, si debba constatare che queste vengano sfruttate quasi esclusivamente per ascoltare i brani dei propri artisti preferiti o una playlist di canzoni. Praticamente ignorati dai più giovani, invece, sono i podcast: oltre 4 su 10 non ne ha mai ascoltato uno, mentre 1 su 10 ammette addirittura di non sapere cosa siano. E quella minoranza di fruitori non è neanche così assidua: appena il 7% li ascolta spesso, il 16% giusto ogni tanto, il 22% raramente. I format più apprezzati dai ragazzi? Quelli di intrattenimento (indicati dal 43% degli amanti dei podcast), seguiti da quelli di attualità (34%) e da quelli motivazionali e sulla “crescita” personale (30%); ai piedi del podio i programmi comici (26%).

Vanno matti per le serie televisive ma, il più delle volte, non le guardano sui broadcaster tradizionali e la televisione. Infatti la televisione, che solo una decade fa monopolizzava il tempo libero degli adolescenti e dei giovani, non è più sola. I nuovi contendenti sono le piattaforme di streaming video fruite tramite smartphone, pc o tablet. Questo, in estrema sintesi, il rapporto delle nuove generazioni con la TV e con le piattaforme di streaming video che emerge dall’osservazione di Skuola.net. Un netto cambiamento rispetto agli adulti ma anche rispetto alla generazione di giovani immediatamente precedente che, per guardare i film a casa, consumava le televisioni domestiche e faceva la fila al cinema o da Blockbuster. La musica resta invece il fil rouge che unisce le generazioni, tuttavia con qualche differenza: si tende a preferire comunque la fruizione on demand tramite le piattaforme di streaming audio”, commenta così i dati dell’indagine Daniele Grassucci, Head of Content and Communication di Skuola.net.